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Papa Francesco annuncia un anno dedicato alla Famiglia con Amoris Laetitia
27 Dicembre 2020
1.01.2021 Maria Santissima Madre di Dio
1 Gennaio 2021

“Abbiamo un Padre che ci ama” _ 31.12.2020 S.Messa e Canto del Te Deum

1 Gennaio 2021

L’Arcivescovo Delegato POntificio Mons. Fabio Dal Cin ha celebrato la Santa Messa dell’ultimo giorno dell’anno, terminata con il canto del Te Deum.

Qui le parole dell’omelia

“Istintivamente il nostro animo non sembra granché disposto a trovare tanti motivi di ringraziamento, date le difficoltà, le rinunce, le sofferenze che abbiamo attraversato in questi mesi con tutta l’umanità. E purtroppo non sembrano ancora finite.

Eppure, questa sera, come cristiani, ma non c’è proprio motivo per ringraziare il Signore? È proprio vera quella parola che sentiamo nell’Eucarestia, nel cuore stesso dell’Eucarestia “E’ veramente cosa buona e giusta, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te Signore”.

In questo flagello che ha colpito l’umanità, uno spiraglio di luce è la notizia di questi giorni delle prime vaccinazioni, speriamo che tutti ne possano beneficiare soprattutto le persone più povere e indifese e vulnerabili. Anche di questo dobbiamo rendere grazie al Signore.

E dobbiamo rendere grazie al Signore anche perché in mezzo a questa tragedia tante persone che con spirito di abnegazione si sono prese cura dei malati e sofferenti, fino al dono della vita: medici, infermieri, operatori sanitari nelle case di riposo, addetti dei supermercati, alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, consacrati e consacrate e tante tante altre persone che hanno compreso che nessuno si può salvare da solo. Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità.

Quanti papà, quante mamme, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai bambini e ragazzi, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera.

Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti. Pensiamo solo a quante famiglie, giovani, fedeli e persone ammalate dalle proprie case si connettono ogni giorno con questo Santuario per condividere momenti di preghiera e di riflessione che rianimano la vita.  

Non sono neppure mancate le testimonianze di solidarietà e di vicinanza con chi si è trovato davvero nella necessità. Un pensiero particolare lo rivolgo alla Caritas Diocesana di Loreto nel quotidiano servizio rivolto a 150 nuclei familiari della città (prima della pandemia erano solo 50). E penso anche al buon cuore di tante persone che ne condividono la missione caritativa. E penso anche a tutte le associazioni di assistenza e di volontariato della comunità civile che si prendono cura di chi ha dovuto subire tante rinunce.

Una prova estrema questa che stiamo vivendo, ma una prova che cambia e può purificare tante cose.

Forse abbiamo riscoperto il valore delle cose che contano, di riappropriarci del giusto modo di vivere le relazioni, di stare in famiglia, di dare il giusto peso al tempo che il Signore ci dà da vivere, di assaporare la bellezza del silenzio, di avere uno sguardo grato sulla nostra casa comune, che è il creato.

Spero che molti di noi possano ringraziare il Signore anche per essere riusciti a prendersi cura di sé stessi della propria anima con momenti di preghiera o di ascolto della parola di Dio, che abbiamo sempre abbondantemente a disposizione.

In questo atteggiamento di gratitudine che posa lo sguardo sull’orizzonte attorno a noi, non dimentichiamo di riconoscere il grande dono che è il Giubileo Lauretano, che – per bontà di Papa Francesco – stiamo ancora vivendo. Il calendario ha subito un drastico ridimensionamento, si può dire che quasi tutte le iniziative sono saltate.  Ma la grazia del Giubileo è sempre viva e quanto mai attuale. Consiste nella conversione a Dio e nel ravvivare la nostra devozione a Maria che ci protegge nel viaggio della vita.

E non è proprio questa la grazia di cui tutto il mondo ha estremo bisogno in questo momento? Di quale conversione abbiamo bisogno noi di questo che noi cosa ci sta chiedendo di capire personalmente questa crisi della pandemia?

Con Gesù Salvatore e la vicinanza materna di Maria – anche per la grazia del giubileo – noi possiamo lasciarci portare in alto superando lo sguardo corto della mondanità, della stima eccesiva delle comodità, del piacere, della pigrizia, del benessere per aprirci invece ad orizzonti più ampi e infiniti che appartengono al regno di Dio, alla giustizia, all’onesta, alla fedeltà, alla gratitudine, alla pace con Dio e alla condivisione con i fratelli.

E proprio questa sera la Parola ci incoraggia a rinnovare questi atteggiamenti e stili di vita: Dio è sempre con noi, soprattutto nell’ora della prova, perché ormai Dio si è stabilmente insediato nella nostra vita e nella nostra storia. E ci rende figli dell’unico Padre che è nei cieli. E che siamo figli lo prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo figlio che grida “Abbà Padre”

Abbiamo un Padre, un Padre che ci ama! Siamo suoi Figli. Non dimentichiamolo mai. …. In ogni situazione, in ogni giorno del prossimo anno che viene, non dimentichiamo mai “il Padre ci ama”.

Fratelli e sorelle, con questa certezza della parola di Dio, di essere dal Padre amati e accompagnati in ogni instante nella nostra vita, anche questa sera possiamo – con cuore colmo di gratitudine – cantare: Te Deum Laudamus. Ti Lodiamo Signore e ti ringraziamo perché sei il Signore anche di questo tempo difficile.

Sei il Signore che durante la tempesta abbiamo tante volte scosso sulla barca, pensando che non capissi, la nostra necessità.

Ma sei il solo capace di trasformare il dolore in gioia, la paura in speranza, la morte in vita.

Conducici con te nell’anno che si apre. Portaci con te senza effetti speciali, o favole rassicuranti, ma portaci con te solo con la luce e la forza del tuo vangelo.

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